Il Festival chiude in “poesia”

Con il passaggio di Franco Arminio alle Torbiere del Sebino e alla Microeditoria, il Festival Carta della Terra conclude il suo itinerario lungo il territorio bresciano e si prenota per l’edizione 2022 con un nuovo tema: l’aria.

Rovato-Chiari, 29 giugno 2021– 25 iniziative sparse per 24 comuni tra la Franciacorta e la Pianura, più di 1000 partecipanti, diretti e indiretti, centinaia le visualizzazioni online, a partire dall’inaugurazione tenutasi lo scorso 22 aprile a Castegnato, presso l’ex discarica Pianera alla presenza dei partner del Festival come la Provincia di Brescia, l’Ufficio scolastico territoriale di Brescia, l’ Associazione dei Comuni Terra della Franciacorta Comuni del Monte Orfano, Cogeme spa e Acque Bresciane, Coldiretti Brescia, Castello di Padernello, Muse Museo delle scienze di Trento, Sistema Parchi di Regione Lombardia, Kyoto club, Consorzio di bonifica Oglio Mella, Associazione Comuni Virtuosi, Legambiente, Rassegna della Microeditoria, Chiari Capitale italiana del libro.

L’obiettivo di diffondere il più possibile i messaggi della Carta della Terra attraverso iniziative che coinvolgessero le Comunità locali credo sia stato più che raggiunto – dice la direttrice scientifica Eugenia Giulia Grechi- “questa edizione in particolare ci ha insegnato a portare le sfide della Carta della Terra su un piano inedito rispetto ai festival precedenti. In qualche modo abbiamo combinato tutti gli elementi che contraddistinguono le nostre attività con lo spirito del tempo che si stava avviando su un crinale troppo virtuale per essere credibile, e troppo poco concreto per essere attualizzabile. Così, tra una camminata e l’altra, tra una riflessione pubblica e incontri di lettura, abbiamo cercato di riscoprire il valore della terra nelle sue manifestazione più naturali: il contatto e l’esperienza”.

Non a caso, l’ultimo intervento in calendario, suggellando una collaborazione sempre più sinergica con la Microeditoria di Chiari, ha visto protagonista un autore come Franco Arminio, poeta, paesologo, anima peregrina sospesa tra borghi decadenti tanto amati, sempre a debita distanza dai baccanali delle città metropolitane ma mai con il pregiudizio. Alla fine sembra di aver percorso insieme un viaggio a cui ha partecipato anche chi non ha potuto esserci ( a causa delle restrizioni covid) e senza disperdere la rotta durante il tragitto.

Durante esso sono stati un porto di sicurezza gli Orti botanici di Ome e il loro “creatore” Antonio De Matola (8 maggio), i bambini “senza zaino” dell’istituto Comprensivo di Leno ed i Comuni che con loro hanno sottoscritto insieme alla Fondazione Dominato Leonense la Carta della Terra (19 maggio) , le “meraviglie della terra” di Palazzolo sull’Oglio (23 maggio) e quelle imprenditoriali al femminile come Sonia Moletta (azienda agricola di Rudiano, 22 aprile) e Luisa Rocco ( “Vigna dorata” di Cazzago San Martino, 23 aprile), i pic nic di Cortefranca del 2 giugno, Il “sentiero del respiro” di Berlingo (a memoria delle vittime covid), il Ponte Mauri a Padernello e il Plis di Scarpizzolo (5, 13 giugno), la Biblioteca di Rovato sino a Villa Cantù (19 giugno),la “terra dei fontanili” percorsa in bicicletta con il consorzio Oglio Mella partendo dal Comune di Lograto (20 giugno), il circo itinerante dei fratelli Mic Fratilor a Urago d’Oglio (20 giugno), le creste del Monte Orfano contemplate da Davide Sapienza (27 giugno) e infine le Torbiere del Sebino “condite” dalle pause poetiche di Franco Arminio (28 giugno).

Un festival che ha incrociato altri festival, la collaborazione con la Rassegna della Microeditoria e con essa la condivisione di alcuni ospiti importanti come il Filosofo Salvatore Veca, il Vice Direttore Fao Maurizio Martina (gli stessi Arminio e Sapienza) hanno posto le basi per una riconferma circa la bontà della nuova formula del Festival Carta della terra, rintracciabile alle voci: contaminazione, divertimento, consapevolezza.

MicheleScalvenzi UfficioStampa Fondazione Cogeme Onlus